venerdì 29 agosto 2014

Anche IO, sono qui (fino a domenica)

La tre giorni di festa di Varesenews sta per cominciare, l'inaugurazione è prevista per le 18, noi ci saremo comunque (sia con tempo brutto che bello: se è bello, venite a divertirvi, se è brutto per favore fateci compagnia :-)) .
Io in particolare vi aspetto per "Nutro Varese, Nutro il pianetal'incontro sulla cultura del cibo, che anche a Varese c'è (E scoprirete come) che è sabato alle 18.

E per le finali dell'IceOut Award, il concorso per le gelaterie più popolari della provincia, domenica alle 16. E comunque vi invito a mangiare il gelato dei finalisti: sia sabato alle 16 che domenica dopo la premiazione. io intanto mi sono procurata la "divisa". Ci vediamo lì :-)

In ogni caso, il programma è qui

E qui c'è la diretta di tutta la festa


martedì 26 agosto 2014

A proposito di #icebucketchallenge

È sempre stato cosi: chi fa beneficenza si divide in mille rivoli. C'è chi la fa in silenzio, chi la fa solo se lo può dire, c'è chi la fa se può partecipare a qualcosa di esclusivo, chi non da niente se non sa per filo e per segno dove arrivano, chi dà perchè lo fanno gli altri e non sa nemmeno per cosa.  Succedeva ben prima di facebook e youtube.  Da questo punto di vista #icebucketchallenge, la moda benefica di tirarsi secchiate gelate, non mi sembra sintomo di un peggioramento: le cene di gala, i telethon, le aste e gli spettacoli di beneficenza sono eventi simili che hanno lo stesso scopo, e i cui soldi (da uno a un milione di euro) si aggiungono alla ricerca, per portare un po' più in là l'asticella degli studi. 

Brutto, non mi sembra proprio. Al massimo stupido. Ma almeno in quest'ultimo gioco i vips accettano di diventare un po' buffi, e non necessariamente invidiabili... E questo é simpatico. Le cene esclusive per la croce rossa di Montecarlo, dove si partecipa solo a colpi di migliaia di euro, mi sembrano piu fastidiosi. In fondo, qui volendo si può partecipare tutti (e se andate su Vine, trovate migliaia di giovanotti scemi di tutto il mondo, perfettamente sconosciuti, che fanno la stessa cosa, in maniera del tutto democratica e per niente vip).

Non mi colpisce ma non mi indigna, perciò, l'#icebucketchallenge. A volte addirittura mi colpisce profondamente, come la secchiata dell'assessore regionale Mario Melazzini, affetto da Sla e in carrozzina, partecipante più eroico di altri. E poi, al massimo, mi domando quando finirà, perchè anche le cose simpatiche dopo un po' stufano. 

Mi spaventa molto di più l'incarognimento diffuso, l'invidia assurta a valore morale, il benaltrismo sempre e comunque, alla ricerca di un impossibile "qualcos'altro" che sarebbe stato meglio fare, da gettare addosso a chiunque prenda una iniziativa. Questo è il vero segno dell'imbarbarimento della nostra società, del suo indurimento, molto più delle secchiate di acqua gelata.  Sia che dietro questo imbarbarimento ci siano esigenze, bisogni, drammi troppo a lungo ignorati da chi se ne dovrebbe prendere cura (E che, nella maggior parte dei casi, siamo noi, la comunità, più che un generico Stato o comunque qualche istituzione "altra": e quindi siamo tutti noi mancanti, in primis) sia, e peggio ancora, che dietro tanta acrimonia non ci sia niente se non un senso di insoddisfazione per la propria vita, messa a confronto con un modello impossibile da raggiungere, soprattutto per il fatto che non se ne conosce più il contenuto, soprattutto in termini di valori. 

Questa sarebbe, come dice il Vangelo e non una fotografia su Facebook da condividere, la vera povertà. E a questo, il ricco (ancora ora, anche in tempi di crisi) occidente è riuscito, con tutti i suoi mezzi, ad arrivare.  Forse, la vera rivoluzione sarebbe sorridere di quel che si ha, e regalare buona volontà: ma comincio ad essere pessimista sulla nostra capacità di farcela.

venerdì 23 maggio 2014

Cosa penso della questione Uber

Dopo avere finalmente letto un po' di che si tratta, (Ringranziando vivamente l'opera di servizio del Post, che alla fine mi ha fatto capire  molto piu di tutti gli altri giornali la sostanza della questione) e seguito un po' di dibattiti su Facebook, ho deciso che bisogna stare attenti a tutti gli attori della questione Uber:  c'è distorsione della concorrenza ovunque ci si giri, dal fatto che Uber è di Google che si candida come uno dei principali monopolisti globali al fatto che i tassisti sono una corporazione (quelle fasciste, che negli ultimi decenni tutti hanno promesso di eliminare), prima amcora che un "servizio pubblico".

Però credo che la vicenda Uber-Taxisti: 
1) sia un paradigma dell'italia a due dimensioni: una non puo' piu capire le ragioni dell'altra 
2) metta sul tavolo il fatto che ci sono una montagna di imprese che non possono essere più regolamentate con le norme di prima, e che è arrivato il momento di sedersi e ragionare, invece che dare risposte da "difensore della legge esistente" o "tecnofilo".

Tocca cominciare a pensare, se si vuole affrontare "la sfida della modernità"...

venerdì 18 aprile 2014

MI piace: Facebook e instagram dal mio punto di vista

E' stato un parto lunghissimo, quello che ho consumato per questo libello di poco più di 30 pagine. E se non avessi scoperto la pubblicazione di Amazon ci avrei impiegato molto di più. Tenere il controllo di quel che ho scritto, rifinire i piccoli errori che ormai sembrano inevitabili quando si scrive, mi sembra una qualità impagabile, in questi tempi di mancate revisioni croniche.

Morale, l'ho pubblicato: un po' manuale di autoaiuto, un po' biografia delle mie giornate digitali, forse potrebbe servire a chi si imbatte in queste questioni.

Si vende solo su Amazon, lo trovate qui:

http://www.amazon.it/MI-PIACE-galateo-social-network-ebook/dp/B00JPPCMUM/ref=sr_1_3?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1397774190&sr=1-3

Scaricate l'estratto, e poi decidete se vale la pena :-)

venerdì 7 febbraio 2014

Hakuna Matata! il mio generatore automatico di notizie allegre

L'ho fatto per caso, perchè vedevo i tweet di uno che seguivo, e all'inizio non gli davo troppo peso: ma sto Paper.Li, col tempo, è diventato una cosa simpatica. E ora se volete avete due volte al giorno il compendio delle notizie che hanno a che fare con quel che scrivo, o twitto. Non so come funzioni il loro algoritmo, ma mi piace... 









sabato 11 gennaio 2014

Paolo Virzì - Il capitale Umano visto da Varese

Una Gran botta.

Di quelle che poi ti ci vuole una birra per smaltirla.

Di quelle che poi, un po' come un automa, ti dici «no, bel film, eh» in un loop un po' idiota mentre cerchi delle parole un po più intelligenti, che prima del boccale di birra non ti vengono mai.

E poi provi a scrivere,  prima che l'alcol si porti via le poche cose intelligenti che ti sono rimaste in mente, in mezzo alla botta.

Allora: innanzitutto, c'era molta più Varese di quella che mi immaginassi. La brianza metaforica ha come sfondo quasi sempre la città giardino, perfino nel negozio dell'immobiliarista Ossola realmente esistente e nella periferia anonima dove ci si incazza in auto per sfogare l'impotenza e il dolore.

Pensavo che ne avrei viste solo poche scene, quelle che anche io avevo seguito per lavoro, mentre invece l'ho vista dappertutto. E menomale che l'ha chiamata brianza, che sennò non avrei retto a viverci dentro, in questa tristezza, in questa incapacità di gestire le difficoltà di ammettere il fallimento.

C'è un gelo, una nebbia di confusione, un'ipocrisia insopportabili nei caratteri dei protagonisti. E allo stesso tempo un'aria cosi famigliare e irritante, cosi come ti possono irritare solo i parenti stretti.

Ci ha preso in pieno, Virzì, a cercare di descrivere il freddo del possesso nei nostri territori cosi splendidi e cosi freddi. E Fabrizio Gifuni, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino hanno indossato con tragica leggerezza i panni dei fortunati disperati dellenostre latitudini.