
Brutto, non mi sembra proprio. Al massimo stupido. Ma almeno in quest'ultimo gioco i vips accettano di diventare un po' buffi, e non necessariamente invidiabili... E questo é simpatico. Le cene esclusive per la croce rossa di Montecarlo, dove si partecipa solo a colpi di migliaia di euro, mi sembrano piu fastidiosi. In fondo, qui volendo si può partecipare tutti (e se andate su Vine, trovate migliaia di giovanotti scemi di tutto il mondo, perfettamente sconosciuti, che fanno la stessa cosa, in maniera del tutto democratica e per niente vip).
Non mi colpisce ma non mi indigna, perciò, l'#icebucketchallenge. A volte addirittura mi colpisce profondamente, come la secchiata dell'assessore regionale Mario Melazzini, affetto da Sla e in carrozzina, partecipante più eroico di altri. E poi, al massimo, mi domando quando finirà, perchè anche le cose simpatiche dopo un po' stufano.
Mi spaventa molto di più l'incarognimento diffuso, l'invidia assurta a valore morale, il benaltrismo sempre e comunque, alla ricerca di un impossibile "qualcos'altro" che sarebbe stato meglio fare, da gettare addosso a chiunque prenda una iniziativa. Questo è il vero segno dell'imbarbarimento della nostra società, del suo indurimento, molto più delle secchiate di acqua gelata. Sia che dietro questo imbarbarimento ci siano esigenze, bisogni, drammi troppo a lungo ignorati da chi se ne dovrebbe prendere cura (E che, nella maggior parte dei casi, siamo noi, la comunità, più che un generico Stato o comunque qualche istituzione "altra": e quindi siamo tutti noi mancanti, in primis) sia, e peggio ancora, che dietro tanta acrimonia non ci sia niente se non un senso di insoddisfazione per la propria vita, messa a confronto con un modello impossibile da raggiungere, soprattutto per il fatto che non se ne conosce più il contenuto, soprattutto in termini di valori.
Questa sarebbe, come dice il Vangelo e non una fotografia su Facebook da condividere, la vera povertà. E a questo, il ricco (ancora ora, anche in tempi di crisi) occidente è riuscito, con tutti i suoi mezzi, ad arrivare. Forse, la vera rivoluzione sarebbe sorridere di quel che si ha, e regalare buona volontà: ma comincio ad essere pessimista sulla nostra capacità di farcela.
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