lunedì 19 dicembre 2011

Acqua pubblica a Varese

L’acqua della provincia di Varese resta pubblica: è questa la decisione della giunta provinciale guidata da dario Galli. Una decisione che verrà ratificata solo domani, con l’approvazione in consiglio provinciale. Ma la delibera che sancisce  l’affidamento “in house” del servizio idrico integrato è chiara almeno in un senso: che l’acqua varesina è e rimarrà un bene pubblico. 
Per definizione infatti una società “in house” può essere partecipata solo da Enti pubblici ed esclude qualsiasi concorso di privati: senza contare che ogni cambiamento necessita di una nuova approvazione del Consiglio provinciale, e dell’Assemblea dei Sindaci. La strada imboccata da Villa Recalcati esclude quindi qualsiasi forma di privatizzazione: l’acqua, almeno qui,  dovrebbe continuare ad essere un patrimonio di tutti i cittadini. 
da varese stefania radman

martedì 13 dicembre 2011

Parole sante

‎"Prima di diagnosticarti una depressione o bassa autostima, assicurati di non essere semplicemente circondato da stronzi" 


(W. Gibson)

venerdì 9 dicembre 2011

Uno scatolone all'ombra della Rocca d'Angera

Si sono presentati in un migliaio per firmare l’appello contro quello che gli abitanti di Angera, deliziosa cittadina sul lago maggiore di cui è nota la Rocca, considerano ormai “l’ecomostro”. Mica poche, visto che di abitanti ne fa solo 5000. Ma il capannone industriale che sta sorgendo nei pressi proprio di quella famosa rocca per molti “grida vendetta”. 
In realtà, c’è ben poco da fare:  il progetto infatti gode di tutti i permessi.
Niente di strano del resto, non foss’altro perchè il capannone è di proprietà di un assessore, ed è progettato dallo studio di architettura dove lavora anche il vicesindaco. 
In ogni caso, si tratta oggettivamente di un brutto scatolone piantato lì a pochi passi dal meglio: e così i cittadini hanno accolto in massa l’invito a fare una firmetta di protesta. Che varrà quel che vale, ma perlomeno è un segno. 

da varese stefania radman
(questa sera, ore 19.45)

venerdì 2 dicembre 2011

Una giornata particolare

La Sala Borsa
È stata una giornata davvero speciale quella di oggi, dove le emozioni professionali si sono legate a quelle, fortissime, di stampo strettamente personale. L'alzataccia per andare a Bologna a rappresentare Varesenews alla proclamazione dei vincitori dei Teletopi - l'oscar delle web tv- non è stata solo una grande emozione "di squadra" (siamo stati finalisti di categoria e abbiamo ricevuto una menzione speciale per il nostro lavoro) ma una giornata che mi ha riportato fortemente fuori del lavoro e dentro la mia vita più bella.

In attesa del Freccia Rossa il primo colpo al cuore: mi trovo davanti, sulla banchina in attesa, l'unico "amico del cuore" maschio che abbia mai avuto. Compagno delle confidenze liceali, spalla su cui piangere e unico rappresentante del "sesso forte" a ridere insieme alle mie amiche del cuore femmine, era letteralmente scomparso dalla nostra vista in tempi molto precedenti a cellulari e internet, facendo, senza volere perdere le sue tracce. E' stata un'ora e passa destinata a fare il ripasso di vent'anni di vita: lui ormai manager aziendal-finanziario di grido, di quelli che fanno il giro della piccola comunità finanziario-bancaria a "sistemare progetti" dopo essere stato persino sindacalista in quel settore scevro di sindacati. Ci siamo riscambiati tutti gli indirizzi, l'ho "minacciato" di richiamarlo prestissimo per una rimpatriata e già la giornata mi era sembrata partita nel segno della straordinarietà. Ma mentre percorro a piedi, ormai a Bologna, il tratto di strada che separa la stazione dal centro città, dove c'è la straordinaria "Salaborsa", ricevo una telefonata dall'ospedale. E' la mia amica dei tempi della solitudine,  quella con cui ho condiviso più strettamente i miei (i nostri)  anni da single dopo la mia separazione, che ha appena partorito. E che in una mezz'ora senza fiato prova a riassumermi cosa è successo in quelle ore, facendomi scoprire che ho una amica recordwoman. E che, come tutte le mamme, è frullata ma felice, ma soprattutto con una mente già organizzata in tutt'altra maniera di quando era una donna e basta. Le prometto che domenica sarò da lei, anche se è a più di 150 chilometri di distanza, e la mia giornata comincia a essere DAVVERO speciale.

Varesenews in nomination
Arrivo nela sala e mi scontro con una serie di fastidi che si porta dietro la mia professione: dall'impazzire per un'ora per ottenere un po' di campo telefonico e una connessione internet (cosa che a noi giornalisti on line manda ai matti, perchè vogliamo poter pubblicare on line sempre tutto subito quel che succede: è una nevrosi, abbiate pazienza) al ricevere telefonate, sempre più imbarazzanti, dai politici di turno che vorrebbero "ordinarmi" di fare un articolo per una sua amica (succede, gente, succede spesso. E se non ci si piega, o si diventa odiosi o si imparano estenuanti metodi di rimbalzo, che fanno sprecare un mucchio di energia...). Intanto, mi ritrovo con una targa in mano: quella inaspettata, per Varesenews e il suo modello di business. Eravamo citati tra i finalisti della categoria informativa, e questo mi sembrava già parecchio: ma invece mi sono trovata a fare le foto, contenta per tutti noi.
Benedetto Zacchiroli
Mentre cerco di mettermi in contatto faticosamente con i colleghi della redazione per spiegare che "torniamo vincitori", un bel tipo mi guarda seduto sulle scale della biblioteca centrale di Bologna:  è Benedetto, uno dei miei più cari "compagni di bisbocce" all'epoca del mio impegno dei Girotondi, ora consigliere comunale a Bologna (E anche partecipante alle primarie di centro sinistra, come candidato sindaco). L'avevo avvertito, via FB che ci andavo: ma aveva detto che sarebbe stata "una giornata infernale" e avevo tradotto le sue parole con "dubito che riusciremo a vederci, però sono contento che tu venga".
Era davvero una giornata infernale: abbiamo parlato un quarto d'ora, tormentati da una serie di telefonate di consiglieri e addetti di tutti i colori politici perché aveva fatto uno dei suoi colpi di mano "light" che tanto gli vengono bene e che aveva mandato in subbuglio tutta la maggioranza. Ma lui era lì, bigiando un pezzo di riunione pur di guardarmi in faccia dopo quasi dieci anni. Bolognesi, mi sa che siete fortunati: e anche io, di sapere di avere un amico vero lì, mica una conoscenza.
A quel punto, ne avevo abbastanza, forse anche di più. E mentre tornavo a casa in treno con una bambina cinese di due anni che ha imparato in 30 secondi come giocare a Fruit Ninja sul telefonino, comincio a leggere un libro ("Come pecore in mezzo ai lupi" di don Primo Mazzolari, che mi ricorda cosa mi aveva spinto, per qualche breve stagione a tentare di fare politica. E mi ricorda anche perché l'ho lasciata). E poi ad ascoltare la musica, cercando di utilizzarla per rimettere insieme i pezzi di questa strana giornata. Mi imbatto, proprio mentre scendo alla stazione Nord, in questa canzone, che tra l'altro mi ha fatto conoscere mio figlio: e che vale lo sforzo di traduzione dal francese. Tutto d'un tratto, una melodia e un ritmo insieme a quattro parole mi dicono cosa il destino ha voluto ricordarmi della mia vita in così poche ore, e di come però la mia vita sia ora. E mi commuovono fino alle lacrime: non di tristezza ma di liberazione, non di rimpianto ma di voglia di esprimere un'umanità che a volte la vita ti costringe a comprimere.

(E forse il destino vuole anche che io questa sera sia sola con il mio compagno, quello nuovo, quello scelto con il senno della maturità. Che può solo lui raccogliere questo pozzo di sentimenti, perchè forse è, proprio lui, il "qui e ora" e nello stesso tempo il sunto della mia intera esistenza).



giovedì 24 novembre 2011

Anche il tribunale di Varese avrà le sue Ruby?

(radio popolare, metro regione di questa sera)

Arrivano nelle aule di tribunale e donnine dell’ex sindaco di varese fumagalli: sono state infatti ammesse questa mattina le prove richieste dalla procura per provare gli illeciti che lo riguardano, all’epoca in cui il consulente della moratti era sindaco di varese. econdo la procura l’ex sindaco frequentava delle amiche” se così si può dire dell’est Europa, e le avrebbe raggiunte con l’auto di servizio. le accuse a suo carico sono di concussione e peculato

da varese stefania radman

mercoledì 23 novembre 2011

In missione per conto di Dio?

Oggi (a dire il vero ieri, perchè sto scrivendo all'una di notte) sono andata su per i bricchi.
A Marzio, precisamente.
Inseguivo una messa, quella per i 75 anni di sacerdozio di don Luigi, parroco di Marzio: il che significa che don Luigi, in tutto, di anni ne ha 97.
Come sempre, è stato bellissimo.
Come sempre, ho visto un posto fighissimo dietro casa.
Come sempre, all'inizio borbotto ma poi il commento con me stessa è "certo che se tirassi su un po' di più il culo dalla sedia..."
Ecco il risultato.


L'articolo
La galleria Fotografica dell'evento
La galleria fotografica di Marzio
Il video (qua sotto)


sabato 19 novembre 2011

Corrispondente causa abbonaggio

Adoro,sempre, il periodo dell'abbonaggio di Radio Popolare. Mi sembra una straordinaria festa di creatività che illumina e stravolge il tran tran - di alto livello, vivaddio!- di informazioni che radio Popolare propina in dosi abbondanti e piacevoli. All'abbonaggio sono grata anche di avermi accompagnato durante uno dei momento più bui della mia vita, quello della morte di mia madre: gestì, inconsapevolmente, questo passaggio facendomi compagnia in notte turbate e insonni e in sostanza facendomi svagare.

Ma fu soprattutto "colpa"dell'abbonaggio se io sono da vent'anni corrispondente da Varese per radio Popolare. Io, in realtà radio Popolare finché ho vissuto a Milano non l'ho mai ascoltata. La ascoltava mia mamma, democristiana di ferro, ma attaccatissima a quella radio "un po' di sinistra, a dire il vero" che però le permetteva di sapere tutto quello che succedeva in città senza muoversi di casa. Peggio: finchè è esistito lo straordinario "Notturnover" la fascia di cronaca su quel che succedeva alla sera (e che chiudeva oltre l'una di notte!!!) è stato uno strumento per controllare i miei ritardi a casa. Non potevo nemmeno dire che il concerto era finito tardi, perchè lei sapeva benissimo gli orari VERI.

Ma, proprio per quello, quando mi sono trasferita a Varese causa matrimonio ho incominciato ad ascoltarla: per continuare ad essere sintonizzata su quello che succedeva nella "mia" Milano. Ero sposata da poco, quando cominciò il primo abbonaggio: e allora avevano lanciato "le cene dell'abbonaggio" facendo un casino indicibile sui particolari del menù di ognuna. Mi divertii talmente tanto che diedi la disponibilità per una cena "all'estero" a Varese, a cui partecipò in qualità di giornalista raccoglitrice di moduli Sara Cusatelli, oltre a una decina di aspiranti abbonati.

Fu li che Sara (un bacione, per questo!!) seppe che avevo fatto radio quando vivevo a Milano, e che avevo l'idea di fare la giornalista da un bel po'. Cosi mi disse: "Senti di soldi qui non ce n'è, ma se non ti importa di farlo gratis, potresti provare con noi..." Accettai con entusiasmo. E' stata per me una palestra straordinaria. E ancora ora, sebbene ormai giornalista "pagata" e mamma, cioè sciura impegnata, appena posso - e soprattutto quando c'è qualcosa di gustoso - ci tengo a registrare i miei 50 secondi di corrispondenza. Da venti anni: tanti, quanti quelli dell'abbonaggio.
E ogni volta che faccio la mia "corrispondenza volontaria" sento di contribuire "in natura"a quella grande festa, che rallegra anche questa settimana quella radio che è un po' anche mia.

giovedì 17 novembre 2011

LaRadman in tivù!


...ovviamente, in diretta web! ieri parlavo di Meteo con il centro geofisico prealpino. Me lo segno qui.
http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=218636

sabato 12 novembre 2011

E' finita. Beccatevelo da Twitter


venerdì 11 novembre 2011

Cambia la moda dei frigoriferi: 500 operai a casa

Polverizzato un intero settore di produzione: quello dei frigoriferi side by side, quelli a doppia porta, un po’ da sciuri. 
Ecco come si arriva in un batter d’occhio all’annuncio, da parte di Whirlpool  dei 600 licenziamenti  in provincia di Varese : tra i 5000 esuberi in Europa, e i 1000 in Italia, 500 infatti saranno operai di Cassinetta di Biandronno, e 100 saranno impiegati di Comerio: lavoratori quindi della sede continentale della multinazionale americana, che sta sul lago di Varese.  
Il piano di riorganizzazione biennale è stato comunicato in un incontro ieri pomeriggio nella sede dell’unione industriali. 
da varese, stefania radman

(ma qualche anno fa, alla fine, andò meglio. Una manciata di prepensionamenti e via. Facciamo il tifo che succeda di nuovo così?)

martedì 11 ottobre 2011

Dal dolore al miracolo, "adottando" un ricercatore

A volte i dolori fanno miracoli. Quella che trovate nel link è la storia di un papà che non era pronto alla morte di suo figlio e della nascita del laboratorio Stefano Verri, in sua memoria. E del fatto che, per continuare a fare miracoli e per far soffrire meno papà in questa strana Italia, non basta fare palazzi attrezzati: bisogna anche "adottare" i ricercatori che porteranno avanti gli studi.
Ora il laboratorio farà i miracoli nella terapia cellulare e genica: e in realtà uno l'ha già fatto, con il primo trapianto di mani, realizzato proprio un anno fa al san Gerardo di Monza. Un trapianto che è ben più di una operazione chirurgica, e che ha bisogno di anni di studio. Finanziati - anche - da un papà testardo.
Il trapianto di mani, un miracolo partito da Gazzada

lunedì 26 settembre 2011

"Taglio il personale" "No, tu no"

A sinistra, con Formigoni, l'assessore Luciano Bresciani
Agli ospedali di Varese si taglia il personale, anzi no.  E’ stata data pochi giorni fa, dal direttore generale Walter Bergamaschi  la notizia che non sarebbero stati rinnovati i contratti libero professionali, e che anche i contratti temporanei di tipo infermieristico sarebbero stati tagliati. il motivo? Recuperare 3 milioni e mezzo di euro in tre mesi, obiettivo imposto da Regione Lombardia all'azienda ospedaliera varesina per far tornare i conti. Oggi è arrivata però la smentita dall’assessore regionale alla sanità Luciano Bresciani: che, in visita alla centrale del 118 varesino,  ha di fatto bocciato il piano di risanamento appena creato,  dicendo che la regione aveva dato indicazioni precise sui tagli: da farsi sulla spesa farmaceutica, o sull'acquisto di beni, escludendo l’ipotesi che potesse essere ridotto il personale. Ora il personale sanitario può tirare un sospiro di sollievo, o le dichiarazioni della Regione non valgono, considerato che l’azienda opera in autonomia?
Impossibile capirlo, al momento: di sicuro ora ci sono solo quei 3 milioni e mezzo di euro da recuperare, che non promettono niente di buono.

da varese stefania radman 
(Radiopopolare, metro regione, ore 19.45 di lunedì 26)

lunedì 19 settembre 2011

L'economia ai tempi del Grande Fratello

Credevo di averle viste tutte, da quando mi occupo di cronaca bianca e grandifratelli. Non avete neanche idea di cosa sia Guendalina nell'intimità, nè di quanto sia pazza la sarafannica Brigliadori.
A dire il vero, malgrado la mia conclamata nonviolenza, un paio di schiaffi li avrei assestati a quella piccina arrogante della Fico, che pensa di averlasololei come solo le giovani sciocche sanno fare.
Ma alla lezione d'economia della escort barese non ero arrivata, e non avrei mai pensato di arrivare.

La cosa più disgraziata è che probabilmente ha ragione lei, e la scema sono io che - orrore - mi accontento di anche meno di 2000 euro al mese.  Un video da non perdere, per capire dove siamo arrivati.

venerdì 16 settembre 2011

I sindaci ingessati dalla Manovra

E’ stata una protesta variegata quella messa in scena dai sindaci varesini contro i tagli della manovra finanziaria. E se la defezione più clamorosa è stata quella di uno degli organizzatori della protesta, il sindaco di Varese Attilio Fontana, che non ha scioperato per fedeltà al suo partito, la lega, e che si presenta all’anci, di cui è presidente in lombardia dimissionario proprio per questo, la più clamorosa protesta riuscita invece è della prima sindaco leghista di colore, il primo cittadino di viggiù, sandy cane: che ha detto di non potersi tirare indietro “perchè al bar vuole guardare in faccia i suoi concittadini”.
Ma più clamorosamente c’è chi si è ingessato una gamba come il sindaco di Malnate Samuele Astuti, chi ha organizzato un'assemblea pubblica nell'atrio del comune come il sindaco di Saronno Luciano Porro, chi ha simbolicamente chiuso l’anagrafe come  il primo cittadino di Daverio Alberto Tognola e chi ha messo la sua scrivania sul marciapiede, come la sindaco di Induno Olona Maria Angela Bianchi. tutti per simboleggiare quanto le secelte della manovra ingessino, blocchino e mandino a casa le istituzioni locali più vicine ai cittadini.

da varese, stefania radman

sabato 10 settembre 2011

Cosa fa di antico la novità Internet

"Internet non sta donando capacità nuove alla società. Al contrario permette di recuperare abilità antiche, atrofizzate dall’attesa di un microfono o dall’agitarsi nevrastenico di mani davanti alla telecamera. Riabilita l’uso pubblico della propria voce, anima il confronto sociale delle opinioni, apre palestre per il talento".
Sergio Maistrello, Internet e nuovi media, Apogeo editore.

lunedì 29 agosto 2011

A proposito dei commenti sotto gli articoli...

Siete d'accordo?
"I bassi istinti che oggi i giornalisti vedono moltiplicarsi nelle reazioni dei loro lettori sono molto spesso il risultato di ciò che i loro stessi articoli hanno più o meno direttamente cercato per ottenere un successo commerciale immediato".
(Sergio Maistrello, giornalismo e nuovi media)

giovedì 25 agosto 2011

Do your best and link to the rest

"Do your best and link to the rest" "Fai quello che sai fare meglio e rimanda (fai un link al) resto": mi rimarrà ben impressa, questa frase, che ho preso dal primo libro che parla finalmente di me e di tutti i miei colleghi che lavorano nell'online.
Sto infatti leggendo (in formato ebook su un telefonino Samsung Galaxy, cioè con il "tascabile del terzo millennio") il libro di Sergio Maistrello "Giornalismo e nuovi media": e, finalmente, per la prima volta leggo storie che riguardano davvero il mio lavoro e il supporto che sto usando per lavorare nell 'informazione: internet e i social media.

Troppo spesso, fino ad ora, mi era capitato di leggere libri ed ascoltare interventi che mi spiegavano modalità e luoghi che bazzicavo da più tempo io che il relatore. Gente che ti diceva qual era la ricetta per Internet senza mai averci avuto a che fare, e che di solito noi, che stavamo a badilare informazioni dal www, avevamo già sperimentato che non funzionava. Un lavoro alla cieca, che troppi "sapientoni" in giro non conoscevano affatto. Pochi i nomi - di gente nota in rete, peraltro, e divenuta famosa "offline" solo in seguito: come ad esempio Giuseppe Granieri (responsabile morale di questo blog, che mi vede presente con nome e cognome: prima, ero una di quelle blogger nascoste dietro un improbabile nick) o Luca Conti. Per il resto, tra noi giornalisti on line - eravamo pochi, pochissimi, quelli nati con la "mentalità on line", vergini dalle dinamiche delle redazioni di carta  - e i giornalisti "veri" c'era una sorta di barriera: da una parte gli informatori smanettoni come me, dall'altra la stampa la faceva o pensava "sul serio" ma sempre meno efficacemente.
Ora invece, mi sono finalmente trovata davanti a pagine su cui riflettere davvero, che mi riguardano, non una ricetta preparata con ingredienti sconosciuti a chi li scrive: pagine come quelle da cui ho tratto la frase nel titolo, che voglio eleggere a faro e sfida dei prossimi giorni. E non è un caso forse che questo stia succedendo mentre leggo un libro su in telefonino, tra un rosso al semaforo e una pausa pranzo inaspettata, con la nuova tecnologia come unica compagna.

sabato 20 agosto 2011

Ho dovuto correggere il pezzo sul funerale di Castiglioni, e tutto è diventato ancora più speciale...

Ho dovuto correggere il pezzo di Varesenews sul funerale di Castiglioni, e tutto è diventato ancora più speciale... Ho ricevuto infatti, in piena notte, una email che chiedeva una correzione sulle letture fatte da tre nipoti, che io - affidandomi esclusivamente alla logica - ho erroneamente attribuito a Gianfranco Castiglioni, il fratello di Claudio.
A parlare era uno dei tre ragazzi, che diceva di essere un "nipote acquisito": così gli ho inviato una mail per chiedergli con precisione qual era il grado di parentela, così da non lasciare in internet un errore antipatico. E la risposta è stata: "I miei genitori erano grandissimi amici di Claudio e Enrica, noi praticamente siamo vissuti con loro .. andavamo al mare , in montagna assieme e i fine settimana ci trovavamo a casa loro. Avevamo un legame molto forte e anche se non eravamo parenti di sangue a Claudio faceva molto piavere essere chiamato da noi zio".

Così ho scoperto che quella di Claudio Castiglioni era una "famiglia allargata"  di altri tempi: di quelle in cui amici e vicini diventavano così intimi e rappresentavano un legame così vero e forte da far diventare zii gli adulti per i bambini che stavano nel gruppo. Sono saltata indietro di 40 anni: anch'io avevo gli "zii" che altro non erano che l'amica del cuore, e vicina di casa, di mia mamma e suo marito, Ora non ne ricordo più di esempi così. Fino all'arrivo di questa mail...

Il commovente funerale di Claudio Castiglioni, signore delle moto

Tanto caldo prima, una pioggerella che sembravan lacrime dopo: persino il tempo ha partecipato attivamente ai funerali di Claudio Castiglioni, appassionato patron di Cagiva e MV Agusta.
E' toccato a me seguirlo per Varesenews (con, a posteriori, una puntata a Repubblica...) con un po' di apprensione perchè sono totalmente all'oscuro del mondo motociclistico e difficilmente avrei riconosciuto sportivi, magari a livello mondiale, tutta sola.
Ma ben presto ho capito che non era quello il problema.
In quel funerale non contavano tanto i vip, quanto le persone. I dipendenti, la famiglia, gli appassionati di motocicletta: loro hanno raccontato la vita tormentata e appassionata di un uomo che sognava di fare le motociclette più belle del mondo, e per farlo ha rischiato grosso ma ha saputo coinvolgere chi lavorava con lui. Un funerale che ha un certo punto è diventato rumoroso fino alle lacrime: il rombo delle due ali di moto che ha accolto l'arrivo della bara, poi da loro scortata nel suo ultimo viaggio (come si usa dire) è stato tanto assordante quanto commovente. Come tremendamente commoventi sono state le parole della nuora, la moglie di chi ora ha il peso di portare avanti un sogno, Giovanni. Parole malinconiche ma anche scherzose, che parevano dette a una persona ancora lì. Perchè tutti pensano che il sogno che lui incarnava non morirà mai, e con questo un po' anche lui.

mercoledì 17 agosto 2011

Castiglioni, la sua morte e la vera storia della Brutale

Claudio Castiglioni, morto oggi all'età di 64 anni, e la sua Cagiva furono forse i primi argomenti importanti di cui mi occupai arrivata a Varesenews, come responsabile dell'economia. E fu la prima strabiliante storia in cui mi imbattei.
Si era ancora agli albori di Internet per tutti,  Facebook era di là da venire, i blog cominciavano in quei mesi a diffondersi in Italia. E io continuavo a ricevere mail in tutte le lingue che mi chiedevano quando la produzione di Cagiva sarebbe ripartita... Cagiva era in crisi profonda, allora (era il 2003) e anche dopo ha continuato a vivere tra cessioni bizzarre (pasti pensare ai malesi della Proton, che pagarono uno sproposito poi per rivenderla), riprese da parte dei Castiglioni, giri con finanziarie genovesi e la presenza di Harley Davidson, durata solo un anno.
E non riuscivo proprio a capire perchè dalla Germania, dall'Australia, dagli StatiUniti mi arrivassero mail sempre con la stessa domanda.
Finchè un signore si decise a chiedermelo per telefono e io gli risposi: "Se lei mi dice per quale motivo, giuro che mi impegno con proprietà e sindacati per risponderle". E così lo seppi: lui, come probabilmente tutti quelli che mi scrivevano, aveva prenotato una Brutale, moto inesistente sul mercato ma presentata già in alcune fiere internazionali del settore. Non chiamavano imbufaliti, ma ansiosi. Non avevano nessuna intenzione di rivalersi sull'azienda, volevano solo sapere se alla fine sarebbero riusciti ad ottenere il loro sogno. Così capii che le moto non sono (solo) una questione meccanica, di organizzazione aziendale o altro: sono un sogno fatto pistone, e Claudio Castiglioni lo incarnava tutto, a tutti i costi, portando il made in Varese nel Mondo.
Che riposi, ora, in pace.




martedì 16 agosto 2011

La galleria di Pisapia

E dopo il video, ecco la galleria...

Idroteste

E con questa, le gallerie fashion sull'Idroparty di Radio Popolare sono finite...
Non vi siete persi, vero, nè "Idrofashion" nè "Idroscarpe"?

(mi resta solo la galleria pisapia...ma quella si fa in un attimo...)


Il mago delle bolle

idroscarpe

Pisapia Canaglia

Eccolo qui, la piccola star del'Idroparty: accolto con sberleffi ed affetto, il neosindaco di Milano Giuliano Pisapia. Al suono di "Pisapia, Pisapia canaglia..."
Nella foto, 
Non si aspettava tutta quell'accoglienza, e ha ricordato come "l'anno scorso quando sono venuto col banchetto, più che altro è stata apprezzata la sangria..."
Alla fine, ha pure ballato con una ascoltatrice, per "Pagare pegno": con lui però si è cimentato nel lento anche il direttore di Radio Popolare Danilo De Biasio, con una assessora della sua Giunta. Vedere per credere...

Idrofashion

All'Idroparty c'è pure l'elemento moda: vestiti, scarpe e perfino teste restano impresse o sono da copiare. Vedere per credere: questa è la parte "vestiti" dove dominano i fiori per le donne, le righe per gli uomini, i colori per tutti...

Il mio primo Idroparty

E' da vent'anni che sono corrispondente da Varese a Radio Popolare, ma è la prima volta che partecipo a uno dei loro party di Ferragosto. Li ho sentiti, per radio, tutti: dal Cortil party allo Stradella party, all'Ollearo party e ora all'Idroparty.
Ora l'ho fatto, ed è stato favoloso!
Dalla musica di Vito War che è meravigliosa alla mia scodella di plastica recuperata come se si fosse a una festa tra amici, dall'atmosfera dell'Idroscalo al tramonto alla pizza del Magnolia buona, dai prezzi democratici e servita in piatti di carta riciclabile.
Dalle straordinarie facce, teste e mises (per cui  ho già preparato gallerie a parte...) al Mirto "In culo" fatto a mano alla faccia dell'industrializzazione. Dalla maglietta di "Sana e robusta Costituzione" (che non sono riuscita a comprare prima di andare via!) al ballo di Pisapia.

sabato 13 agosto 2011

La palestra più bella d'Italia è all'aperto e ha una pista di riscaldamento di 28 chilometri

Non  c'è niente da fare: il mio entusiasmo è alle stelle, dopo la scoperta prima della ciclabile (grazie alla bicicletta piegevole regalata al compleanno, ché sennò alla pista ciclabile di Varese non sarei arrivata mai) e la palestra all'aperto che il comune di Buguggiate e il supermercato locale Tigros hanno messo ai bordi qualche settimana fa.
La prima, più correttamente detta "ciclopedonale del lago di Varese" è fatta di 28 chilometri di pista in mezzo al verde e intorno al lago di Varese: da farsi partendo da un qualunque punto del lago, magari un pezzo per volta, portandosi solo una borraccia, che tanto di fontanelle ce n'è...
La seconda invece è una piccola palestra attrezzata all'aperto, con macchine tanto semplici quanto ingegnose: basta dire che la macchina per i bicipiti e quella per la gambe sono del tutto simili a quelle delle palestre "vere" ma che sfruttano, come pesi, semplicemente quello del corpo di chi spinge.. Facili da usare, difficili da sbagliare, efficentissime per i muscoli laterali, che di solito si usano poco... tutto gratis (il massimo che ti può capitare è fare la spesa al supermercato vicino, ma per me è quasi un vantaggio in più...)  E l'allenamento aerobico - che si può scegliere tra camminata, corsa e bicicletta: dipende da quello che ti porti dietro! - è fatto in un contesto spettacolare, con l'aerazione migliore del mondo: le fresche frasche.
Io la adoro.

martedì 9 agosto 2011

Progressi nel nuovo mondo android

Ho da una sola notte un galaxy S (da dove ora scrivo) e già ci sto perdendo la testa in puttanate.
Scarico app, faccio foto, scrivo come ora posts in mobilità.
Arrivando dall'Huawei, con questo apparecchio sembra di volare, e con la connessione tre internet sembra più praticabile.
Morale: dopo i primi esperimenti scopro che Android è un bel sistema operativo se il telefonino che lo usa è buono e il collegamento umano.
Per cambiare davvero abitudini non basta un solo fattore...


sabato 6 agosto 2011

Leggo di Formigoni e Pisapia nominati per l'Expo...

Leggo di Formigoni e Pisapia nominati per l'Expo su Repubblica e mi convinco: questi due qui riportano tutto in carreggiata, sicuro. Hanno abbastanza ambizioni personali e capacità di dialogare (per poi fare quello che hanno deciso loro) per non mandare in porto una scommessa così ambiziosa.
E, francamente, a me non spiace per niente.
Di più: se Pisapia trova, con la scusa dell'Expo, il canale per parlare con Formigoni e a trovare i punti su cui lavorare insieme, la Lombardia potrebbe pure sganciarsi dall'orripilante andazzo nazionale e incominciare a fare qualcosa davvero di visibile, passando sopra a quelle politiche da tifoseria che hanno dato solo risultati masochisti. Please, gente, fate qualcosa: ce la potete fare. Io ci conto.

mercoledì 3 agosto 2011

Io questo mondo non lo capisco più

Quella della chiusura del Parlamento causa gita in Terra Santa è la goccia che fa traboccare il vaso della mia pazienza per le giustificazioni idiote.
Ero già rimasta abbastanza sbalordita dal fatto che l'avvocato di Nicole Minetti, bello fresco come una rosa, considerasse una giustificazione accettabile da un giudice che le si fosse "regalato un posto in consiglio regionale" così come si regala una macchina (e l'ha spiegato proprio così!!!). Ma in quel momento, pur rimanendone scioccata, l'ho considerato solo un - pericoloso - caso isolato di spregiudicatezza forense.

Non avevo però fatto ancora in tempo a riprendermi da quella notizia, che mi sono ritrovata sui giornali la difesa dell'avvocato del collaboratore del ministro dell'Economia (e sottolineo ministro dell'Economia, cioè ministro delle ex finanze e degli ex tributi) sostenere che il rapporto tra Marco Milanese e Giulio Tremonti è regolare, perchè "il ministro pagava 4mila euro d'affitto in contanti".
Da cui, come minimo, deduciamo che il proprietario di casa, cioè il collaboratore del ministro dell'Economia, non metteva i proventi dell'affitto nel suo Unico, e il ministro dell'economia trovava normale pagare un fitto che va dichiarato,  in contanti e senza ricevuta: alla faccia della cedolare secca inventata per far emergere dal nero i proventi degli affitti...  Ora, non ancora riavuta da queste notizie, devo sentirmi dire che il Parlamento chiude per gita in Terra Santa.

Ma com'è possibile che credano che certe cose passino nell'opinione pubblica come se fossero normali? O forse hanno ragione loro: queste cose sono diventate normali, e il confine tra il lecito e l'illecito è andato in fumo del tutto?
Io, questo mondo, non lo capisco più...

Non ci posso credere

(clicca per leggere tutto.... sigh...)

martedì 26 luglio 2011

Amy Winehouse era così (E che riposi finalmente, in pace)

Sono giorni che vedo condividere video di Amy Winehouse in tutte le occasioni sociali su internet.
Con dolore, e a volte con una incomprensibile sorpresa, o peggio un senso di ingiustizia nei confronti del destino che a volte mi ha anche scandalizzato, considerato che negli stessi giorni 80 ragazzini erano finiti, loro sì, nella scure di un destino tragico e sorprendente.
Amy Winehouse, invece, era una povera ragazza caduta nel tunnel della droga, forse sotto il peso di un successo fatto di eccessi, o sotto il peso del suo carattere, o del suo essere artista o delle sue fragilità.
Aveva uno straordinario talento vocale ma l'aveva mandato a puttane, come tutta la sua vita, inseguita da chissà quali fantasmi che probabilmente non sapremo mai ma di cui sicuramente sentiremo parlare a lungo.

In tanti - in questi giorni di condivisione collettiva  di dolore artistico - hanno condiviso i suoi principali successi, back to black in testa. Per me, la sua esibizione più commovente è questa: l'ultima, prima che sospendessero un tour che non era più in grado di reggere, dove non cantava più ed era sempre e solo visibilmente alterata (e da quel 16 giugno mi domando chi le sia stato vicino e abbia cercato, o potuto, evitare quello verso cui era inevitabilmente destinata).
Questa era Amy Winehouse:  quella che si è distrutta da sola - e non per chissà quale scherzo beffardo del destino - e non poteva più resistere su quel palco dove le veniva solo da piangere.
Anche se poi saranno - giustamente - tutti i ricordi belli quelli che riascolteremo per anni e anni, consegnandola al mito: l'unico anche se eclatante lato positivo di una vita e una morte triste e tormentata.

Uno sciopero della fame che pochi vedono

“Siamo amici e conoscenti di alcuni detenuti del carcere Miogni di Varese. Scriviamo questa lettera-appello per a dare voce alla bellissima e coraggiosa lotta che loro conducono in questi giorni: contro le vergognose condizioni di sopravvivenza in cui sono costretti.
La loro lotta è cominciata il 23 giugno” 
comincia così la lettera-appello degli amici e dei parenti dei detenuti nel carcere varesino, che da quella data stanno facendo lo sciopero della fame e altre manifestazioni contro il sofraffolamento, della loro come delle altri carceri italiane. Un gesto per dire che anche da fuori c’è chi è solidale con la loro protesta, in una provincia che vive drammaticamente il problema: se del carcere di varese è previsto da oltre un decennio l’ampliamento, senza vedere però soluzioni concrete,  A Busto Arsizio si trova il secondo carcere più sovraffollato d'Italia: più di quattrocento persone detenute al posto delle 170 regolamentari. 

da varese, stefania radman
(Metro Regione, 19.45)

domenica 24 luglio 2011

La sfida di quel Dio di cui straparlano

A proposito di Oslo, Genova, terroristi islamici e integralisti cristiani, questo è il vangelo di oggi. Che sarebbe la vera rivoluzione, ma come il prete in chiesa ha detto: "temo che questo brano lo consideriate bello, ma non lo consideriate praticabile"


(Lc 6,20-31) Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:  "Beati voi poveri,  perché vostro è il regno di Dio.  Beati voi che ora avete fame,  perché sarete saziati.  Beati voi che ora piangete,  perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,  perché avete già la vostra consolazione.  Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.  Guai a voi che ora ridete,  perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.  Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.  

Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,  benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.  A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.  Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 

martedì 19 luglio 2011

Una vacanza di pesce

Questo é solo uno degli innumerevoli pranzi di pesce che ci siamo scofanati a Vulcano durante le vacanze che stanno per finire.  A parte il mio ingrato compito di lavapiatti (che si sa, in caso di pranzi di pesce è ancora più ingrato) la lista del mangiato è notevole:
Gamberoni
Gamberi rossi
Calamari
Totani
Ricciola
Sauro
Sgombro
Spatola
E, naturalmente, cozze.


domenica 17 luglio 2011

Il mio primo post mobile

La vacanza semi scollegata mi ha fatto scoprire tutte le potenzialità del telefonino cinesino android.
Visto che era una delle poche cose on grado di collegarsi ad internet, ho cercato di utilizzare le sue APP per fare il più possibile delle cose che mi servivano. Un po' (tanta) di frustrazione c'è,  però bisogna dire che l'ideos mi ha consentito di fare un poco di tutto, specie se legato a google. In ultima istanza, questo post con tanto di foto. Perciò: promosso, và...


venerdì 1 luglio 2011

La Camorra in centro a Varese

La camorra è arrivata nella pancia della Lega.
Si è installata, o almeno ci ha provato, proprio davanti alla pizzeria storica dei dirigenti leghisti, quella dove le pizze hanno tutte un nome che li evoca. Ha preso un locale proprio nella piazza dove d’inverno si celebrano - Bossi in testa - le tradizioni di Varese, con il falò di sant’Antonio. Insomma, ha acquistato per ristrutturarlo un locale - una volta si chiamava re Carlo, ora stava per essere inaugurato come Nexxt - in piazza della Motta.
La pizzeria che stava per aprire è stata sequestrata dalla DDA di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sul clan Lo russo, Iorio e Potenza: e se ne ha avuto conoscenza solo oggi, mescolata agli altri sequestri effettuati nel capoluogo campano. Uno sfregio importante, un segnale notevole: la Padania sembra che si esporti meno che le logiche della camorra.

da Varese, Stefania Radman

sabato 25 giugno 2011

ITunes è vecchio

Continuo a non trovare musica su ITunes.
La prima volta che mi è capitato, una quindicina di giorni fa, ero alla ricerca di un rapper italiano, Fedez. Ha fatto pezzi con Marracash, fa roba non banale e non rozza, insomma è uno che "ci sta dentro" come quelli che hanno un contratto discografico vero.  Ma sull'ITunes store non si trova: l'album "Penisola che non c'è" si trova solo sul sito ufficiale di Fedez, il suo insomma. Gratis, per di più. E io scema che volevo pagarlo...
Il secondo album che volevo comprare è quello di Don Omar, il cantante sudamericano in questi giorni al top delle classifiche con il tormentone Danza Kuduro. Conosco Don Omar da anni, da quando ho conosciuto la musica e il ballo latinoamericano, e dopo le prime canzoni da balera mi hanno cominciato a segnalare roba più interessante. Ho scoperto in internet che l'album che contiene questa cover merita: si chiama "Meet the orphans", ha diverse cover cantate insieme a chi le ha inventate, e comprende oltre a lui - che dopo tanti anni di meritata fama latinoamericana sta diventando un po' più internazionale - e le principali stelle in arrivo dalla parte dell'atlantico.
Lucenzo, per esempio, quello che fa coppia con lui in "Danza Kuduro", è un francese di origini  portoghesi che ha inventato si il tormentone dell'estate, ma forse ha soprattutto sdoganato un pezzo di musica africana, dell'Angola per la precisione.
A mio figlio di quell'album piace "Taboo" che io riconosco come Lambada, che l'album riporta in auge. A me invece piace Ella Ella, brano moooolto reggaeton, che fa il botto nel canale Vevo del cantante su You Tube. Insomma, un album per cui vale la pena di spendere qualche lira.
Su ITunes non ho potuto però che prendere il singolo del tormentone: perchè l'album non c'è, come c'è pochissimo di questo artista che è in giro ormai da dieci anni.
Sul suo sito ufficiale, dopo la delusione, mi sono resa conto che almeno gli americani, nel loro ITunes store, ora possono acquistarlo. Meno male: al primo tentativo, che ho fatto parecchie settimane fa, l'unico negozio on line dove potevo prendere quell'album era il Latin Music Store, dove mi averebbero spedito  (barbarie! e chi ci è abituato più!) il cd.
Non parliamo poi quando ho cercato di acquistare un album di Lucenzo, colui che ha inventato Danza Kuduro, per capire che artista fosse.

Tre album di seguito inacquistabili mi sono sembrati una mancanza eccessiva. E così, improvvisamente, ITunes mi è sembrato vecchio:  quello che sembrava la punta più alta dell'innovazione tecnologica musicale - e il miglior modo per renderla di nuovo commerciabile - si rivelava un raccoglitore di "roba da majors", di solo blockbusters.  Per il nuovo vero, pare che l'unico sistema sia ancora scaricare illegalmente: evidentemente vendere la musica indipendente è ancora faccenda più complessa che rubarla. Alla faccia della rivoluzione musicale tecnologica.

venerdì 17 giugno 2011

Giunta di Varese: Habemus papam

Habemus papam: finalmente la giunta di Varese è stata fatta.
Dopo 15 giorni di discussioni fatte col bilancino nelle due compagini di maggioranza, da Lega e Pdl finalmente sono venuti fuori tutti i nomi.
I primi ad arrivare sono stati quelli in quota Pdl ai quali spettavano 5 assessori: si tratta di Enrico Angelini - ex assessore al marketing e ora al superassessorato alla famiglia -  e Carlo Baroni, che passa da un assessorato provinciale a uno comunale, alle infrastrutture e lavori pubblici. Gli altri sono Giuseppe Montalbetti, assessore al bilancio, Stefano Clerici all'ambiente e Simone Longhini alla cultura e comunicazione.
I prescelti della Lega invece sono arrivati alle due di notte di oggi: sono Fabio Binelli, che manterrà l'assessorato all'urbanistica, Carlo Piatti assessore alla polizia locale, Sergio Ghiringhelli assessore al commercio e Maria Ida Piazza, assessore allo sport e rioni. Proprio per partorire il suo nome sono stati impiegati lunghi giorni e ore notturne. La Piazza, 27 enne, bocconiana, rappresenta la "quota rosa" che nessuno dei partiti sembrava disposto a concedere. Alla fine, il sacrificato è uno dei quattro uomini della Lega previsti all'inizio, l'ex assessore ai lavori pubblici Gladiseo Zagatto, che ha commentato la lunga notte con un  "siamo diventati come i democristiani".

da varese stefania radman
(da radiopop ieri sera)

sabato 11 giugno 2011

Sono una tipa vecchio stampo (un post sui referendum)

Considero il voto come un prezioso diritto per la democrazia, un diritto così prezioso da essere considerato un dovere, un impegno. Una volta - e io ero già votante - questo diritto/dovere era addirittura sanzionato: dop tre assenze ingiustificate, si perdevano i diritti civili.
Sarà in quegli anni che ho imparato a votare sempre, anche quando - come nei referendum degli ultimi tempi, che ti costringono a studiare per decidere - è faticoso prendere una decisione propria, o bisogna sforzarsi per trovare qualcuno di papabile da votare.
Il primo ricordo dei referendum poi è il ricordo di un voto mancato, quello per il referendum sull'aborto: c'era un gran dibattito a scuola (che frequentavo a Milano, liceo classico Cesare Beccaria: Preside quel matto dello zio di Sgarbi, Cavallini; professore preferito da tutto l'istituto Roberto Vecchioni) e mi ero fatta un sacco di idee e le discutevo con quelli della maturità e mi sarebbe tanto piaciuto dire la mia, mettendo una croce su quella scheda: ma avevo 17 anni, e non era ancora tempo. Sarà stato anche quell'episodio a rendere costante quel desiderio di votare. O forse è stato importante lo studio di un libro per me illuminante, nel mare magnum dei manuali pallosi di giurisprudenza: "La Democrazia" di Hans Kelsen, che tra tanti meravigliosi sofismi alla ricerca dell'equilibrio tra rappresentanza e governabilità, mi aveva insegnato che il mio voto, il voto di ciascuno, l'opinione di ciascuno, conta e deve contare in una democrazia, sennò democrazia non è, e non è nemmeno libertà. Insomma, per me il voto è il dovere civico di base per ogni cittadino, quello che senza di esso il cittadino manco c'è.

Ma un giorno - esattamente vent'anni fa - venne un signore (che non è nemmeno quello che lo dice ora...) che dallo scranno della Presidenza del Consiglio disse: «Andate al mare».
A lui andò malissimo: andò a votare oltre il 60% degli aventi diritto, vanificando i suoi sforzi per far mancare il quorum. Ma da allora quella infame frase inquinò tutte le votazioni seguenti, di ogni genere, che videro tendenzialmente la perdita continua di elettori, cioè di cittadini consapevoli.
A me non piace per niente come è andata a finire, indipendentemente da come gli andò allora e come spero accada a tutti quelli che pronunciano quella frase da un ruolo istituzionale, bestemmiando il loro stesso ruolo. Quindi, domattina andrò a votare: non perchè sfido qualcuno, ma perchè è una cosa normale. Non assicuro che metterò quattro sì, perchè ho dei dubbi che mi trascino da giorni, malgrado - o forse proprio perchè - me ne sono occupata per tutta la settimana: ma mi farà piacere dire come la penso ai miei organi istituzionali, come sempre.



(poi non ne faranno un bel niente, come insegna il meravigliosamente terrificante "appello al voto" di Corrado Guzzanti - che potete vedere qua sopra, dedicato alle "persone stravaganti" che vanno a votare - ma a me va bene così. Nel caso vanifichino la nostra decisione di elettori, non sono io quella che sbaglia. E sono io, insieme alle decine di milioni di italiani elettori come me, la democrazia in Italia, secondo il suo vero significato)

lunedì 6 giugno 2011

Oltre i cetrioli e i germogli, la caccia al batterio continua (ma che ci pensino gli altri)

Cetriolo Killer, germogli di soia appestati: tutte balle stando ai test, non sono loro che ammazzano la gente con il batterio (non virus...) Escherichia Coli.  Così, nel dubbio, io continuo imperterrita a mangiare verdura. Non mi viene neanche in mente di fermarmi, forse sto giusto più attenta a lavare l'insalata.
Grazie a Dio, ho scoperto che qualcun altro la pensa come me: Dario Bressanini, blogger scientifico di grido, scrittore di un libro davvero interessante dal titolo "Pane e Bugie" (della solita, ineffabile casa editrice ChiareLettere). Con lui ho chiacchierato un po' di cetrioli e di germogli di soia, e pure di verdura biologica. E ho deciso di continuare a mangiare le fragole.

Farfalle bianche, il mistero del nord ovest

Lo so, sto esagerando.
Però le "farfalle bianche" che "invadono i paesi" sono stati l'allarme dei giorni scorsi per i nostri lettori, in tutto il varesotto e in parte del Piemonte.
Mettetevi il cuore in pace: non sono una mutazione genetica, non è l'inquinamento. E non sono nemmeno farfalle: sono falene. Danno reazioni allergiche, rompono le balle, probabilmente si mangeranno le vostre piante. Ma fanno parte della natura, specie da quando uccelli e pipistrelli sono specie rare. Eccoli qui, il primo e il secondo dibattito sulle "farfalle". Per la cronaca, si chiama Euproctis chrysorrhoea.

domenica 5 giugno 2011

Omicidio stradale, la mia prima firma digitale su una proposta di legge

L'ho letto qui, nel post che ha scritto Pino Scaccia nel suo La Torre di Babele, "raccattato" sulla mia bacheca di Facebook come spesso succede. All'inizio distrattamente, poi più attentamente, mi sono letta il suo post e poi il sito con la proposta di legge, stilata da una associazione nata dopo la morte di un ragazzo in un incidente di quelli provocati dall'incuria e dall'alcol. Come molti, ogni volta che leggo sul giornale episodi del genere più che una smania forcaiola mi prende un imbarazzo normativo. Possibile che chi uccide in un incidente non faccia pressocchè mai un giorno di carcere, nemmeno se i suoi comportamenti hanno inciso moltissimo sulla gravità dell'incidente? Eppure a volte le pene serie sono innanzitutto preventive, deterrenti importanti per chi non deve attuare comportamenti del genere. Come dice la prima pagina del sito che propone la norma con il metodo dell'iniziativa popolare,

"Se rubi 100 € dalla borsa di una signora e sei catturato da un agente di polizia entri in carcere immediatamente e sei processato subito. Lo stesso ti accade se rubi una bicicletta (processo per direttissima e condanna a 1 anno e 6 mesi). Se invece uccidi un ragazzo di 17 anni, invadendo la sua corsia e investendolo in pieno perché ti sei messo alla guida positivo alla cannabis e con un tasso alcolemico che supera di 3 volte il limite di legge (significa aver bevuto 15 birre o 2 bottiglie di vino), non solo non vieni arrestato subito, ma in carcere non ci andrai mai. Una pena “equa” per il danno provocato e “certa” rappresenta un atto di “prevenzione”. Serve da deterrente e rende un minimo di giustizia a chi ha perso la vita per il comportamento criminale di un guidatore che si è messo alla guida non essendo in condizione di farlo".

Uno dei primi firmatari è il sindaco di Firenze Matteo Renzi: ma questo è solo un inciso.
Un po' meno inciso è che in quel sito, aperto da pochi giorni, c'è la prima possibilità che io abbia conosciuto di firmare per questa iniziativa - un atto formale, che prevede un documento di identità e la convalida della propria firma, e che di solito prevedeva un gazebo con il pubblico ufficiale - direttamente on line, ovviamente con il numero di un documento valido e una procedura un poco più complicata del "mi piace": ma infinitamente più semplice del recarsi a un gazebo o negli uffici comunali per validarla.
Morale: ho fatto la mia parte firmando per una proposta di legge che ritengo giusta senza nemmeno staccarmi dal divano (io la carta d'identità l'ho in copia pdf nella mia cartella di documenti, perciò non mi sono nemmeno alzata a cercare nella borsa...) E ora mi sembra di avere davvero partecipato alla vita democratica del mio paese. Io ero la numero 6454: ne servono 50mila. 
Se ritieni anche tu, che leggi, che questa sia una proposta di legge ragionevole, piglia la carta d'identità e mettiti davanti al pc.

lunedì 30 maggio 2011

Un accorato appello al PD, in questo momento di contentezza

Questo è un post che ho iniziato a pensare il giorno dopo il primo turno, quando improvvisamente gli elettori di centrosinistra si sono ritrovati a sognare davvero che Pisapia potesse farcela contro quel cumulo di inettitudine, arroganza e brutti amici della sindaco di Milano uscente.
E' pensato da allora perchè da allora continuo a ripensare ai commenti subito dopo la vittoria di Pisapia alle primarie. "Con lui si perde facile" era il mantra di tutti i dirigenti del PD. Che naturalmente, continuavano a ignorare i segnali (ripetuti, nel caso non si fosse capito il primo) che arrivavano dalla Puglia. Ora però è ufficiale: "Quelli che vincono" non sono quelli che decidono gli apparati, sono quelli che sceglie la gente. Al povero Stefano Boeri, che intelligentemente ha poi portato abbondante acqua al mulino di Pisapia, l'essere "un candidato del PD" alle primarie è stato un minus, più che un vantaggio. Le pensate del PD non hanno funzionato per niente (Napoli, per esempio): in compenso, se si lascia scegliere agli elettori, con una primaria onorevole (Come quella di Milano, che aveva in lizza tre candidati davvero di valore) e se ne accettano e sostengono i risultati, gli effetti sono sempre i migliori possibile, con grandi vantaggi per tutti.
E i risultati arrivano non solo grazie al candidato in sé, ma per la forza e l'entusiasmo che il risultato crea. E se poi questo risultato si accetta e si sostiene, anche da parte degli altri candidati, si finisce per vincere tutti. L'elettorato di centro sinistra lo sta urlando forte e chiaro ormai da anni. Ora, cara dirigenza PD, dopo i giusti festeggiamenti per la batosta che il centrosinistra ha inferto al PDL  (segno che gli italiani, improvvisamente, non ne hanno proprio potuto più... ) ti prego: fermati un momento ad ascoltare i segnali della realtà. Ti sei comportato male nelle primarie e bene in questa campagna elettorale: ora fa tesoro di questa esperienza.

domenica 29 maggio 2011

C'è sempre qualcuno più economico di noi

Leggo sulla Stampa di oggi (ma niente link: non è quella on line, ma la versione pdf della cartacea... :-)) che il mitico operaio polacco, quello che negli anni dell'ammissione dei paesi dell'est alla UE era il simbolo della "concorrenza interna" del mercato del lavoro europeo, è stato battuto in casa sua dall'operaio cinese: l'autostrada Berlino - Varsavia, circa 50 chilometri di viabilità da consegnare entro gli europei del 2012, è in via di costruzione grazie alla società di Pechino che ha vinto l'appalto e ha mandato in centro Europa squadre di operai asiatici, che riescono ad esser addirittura più efficienti lavoratori, a minor prezzo e sicuramente - ci scommettiamo, vista la velocità con cui hanno riempito di infrastrutture nuove il iloro vecchio Impero - più in fretta.
Naturalmente, in Polonia scattano le proteste: che suonano però come curioso contrappasso delle proteste degli "europei occidentali" che non volevano "L'idraulico polacco" invasore,  con il suo buon lavoro, di mezza europa "civile" in termini di impiantistica.

domenica 22 maggio 2011

Ma che ci faccio al raduno degli interisti di Settore?

All'inizio dovevo solo fare la parente: quella che accompagna lo sfegatato (nello specifico: il fidanzato) al raduno e poi lo lascia per andare a fare shopping al grido di "ci rivediamo alle sette...".
Ma, tra che io e Settore, a nostro modo, ci conosciamo dal 2003 (anche se allora nessuno dei due sapeva come si chiamava l'altro per davvero...) tra che ormai, circondata da un fidanzato e un figlio e svariati amici sfegatati nerazzurri, da milanista tiepida sono diventata un'interista onoraria anch'io, tra che - infine - c'era una bella aria da festa dell'oratorio con tanto di spuma nera, amici che si ritrovano o si conoscono attraverso i cartellini, e torte fatte in casa, alla fine ho deciso di rimanere. 
Con il risultato di: scoprire il sapore delle prugne di Nagatomo (lasciatemelo dire, un pelo inquietante perchè salatissime: ma mooolto salutari. Il loro nome vero però è  umeboshi), rivedere una compagna del liceo, fare amicizia con un po' di persone e scoprire che anche i preti hanno una fede calcistica.
Così, mi sono data agli scatti e ai filmati, manco dovessi fare la cronaca della giornata. E visto che ci sono, li metto qui.
Io però ho un grave problema: non essendo partita preparata a scrivere una cronaca, mi mancano nomi, date, particolari. Così scriverò un resoconto dove avrò bisogno della collaborazione di gente più seria e preparata di me. Chi c'è stato e può aggiungere i particolari, mi farà un gran piacere: basta aggiungere nei commenti quello che manca ed è segnato dai puntini e da un numero di riconoscimento...
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Nella foto don Stefano, ...............(1) dei Salesiani, dà una mano a Settore - al secolo il giornalista Roberto Torti, ma i fan del blog lo sanno da poco tempo... - a "smaltire le torte portate dai partecipanti al raduno.







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 I partecipanti al raduno erano tenuti a portare i loro memorabilia dell'Inter: qui si vede quello di Lorenzo, premiato per originalità: la lattina dell'inter, prodotta per festeggiare lo scudetto dell'anno 1979/80 (grazie a pettinato più del capitano: cioè lui!!)...... (2)









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Chiacchere da oratorio tra partecipanti. Non ci si sentiva mai soli!










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Valerio, avvocato e maratoneta siciliano di origine laureato a Trento e al lavoro in uno studio a Milano: i fan di Settore lo conoscono bene, perchè è andato alla maratona di Londra "sponsorizzato dal blog". Più precisamente il 17 aprile 2011............ (3) (per queste precisazioni grazie a Valerio, che non si chiama Lorenzo...).
Qui il nostro è alle prese con le prugne di Nagatomo. Mi è sfuggito se alla fine le ha assaggiate.... (si, segnala Valerio, dopo aver letto il pezzo: ben 2. Eroico)





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Qui la parte amarcord: la storia del blog raccontata dai video delle partite dell'Inter. Lacrime e ola, a seconda degli spezzoni...









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 a raccontare tutto, oltre che Settore, c'è sul palco della sala (che in realtà, spiega don Stefano, è il "disotto della chiesa dei salesiani" cosa che rende il luogo straordinariamente fresco in una giornata straordinariamente calda...) anche Gigi Furini..... (4) volto noto agli interisti perchè spesso ospite a Telelombardia ..... (5) (grazie a I Have a dream, come per tutti i suggerimenti che troverete ancora in giro evidenziati in verde)







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 Ricchi premi e cotillon per chi arriva da lontano: il premio in palio è, per ciascuno, una bottiglia personalizzata con i giocatori dell'Inter.
Qui Bandini... (6) da ..... (7) con la bottiglia che raffigura Il Drago Stankovic ........ (8).
I premi sono gentilmente offerti da un fan siciliano del blog, Emerenziano ..... (9) nobile viticoltore e cantiniere che, non potendo presenziare, ha spedito a Milano la preziosa cassa. Le etichette sono state opera di Quintilia (quanto alle etichette di Eto'o, Milito e Maicon) e Oldman, quanto a tutte le altre, (grazie, per tutte le informazioni evidenziate in arancione, a Emerenziano....)




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 Qui invece Flavio... (10) da Fiorano..... (11) con la bottiglia di Julio Cesar ..(12)












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 Bottiglia raffigurante Eto'o per Giorgio..... (13) da Pisa...(14)











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 Ecco Marco (che ringrazio per i suggerimenti evidenziati in ocra) .....  (15) da Spilimbergo, con Giorgio.......(16) da Pisa, con la loro bottiglia.












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 Ecco un Milito in bottiglia: tornerà in provincia di Udine Pordenone.











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 Qui Torti e compagnia parlano della finale del Bernabeu: ma più ancora di goal,  parlano di biglietti farlocchi e compagnie viaggi tamarre... con loro Mauro, che gli amici del blog conoscono come  "Grattapassere" ..... (17) che ha condiviso l'esperienza,  e ha salvato con un sms Settore da una tragica visione della partita, nel bel mezzo della curva sbagliata.







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Qui, qualche memorabilia presentato al raduno. Questa a fianco è una bandiera che ha la mia bella età: è del 1964.... l'ha portata Flavio (che ringrazio, per tutti i suggerimenti evidenziati in lillà)










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 L'incontro chiude con la buffissima rassegna delle "migliori" chiavi di ricerca che hanno portato qualcuno degli ormai 50mila visitatori unici del blog, proprio nel blog di Settore.
A dire il vero, ne ho filmati molto di più, ma non so se e quando vedrete il video. Accontenatevi perciò di vedere uno dei più assurdi...







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...e quello più "buffignorante": come la storpiatura del nome di noto cantante possa finire in un sito interista....
E con questo è tutto, spero possiate darmi una mano a riempire i puntini!