Tanto caldo prima, una pioggerella che sembravan lacrime dopo: persino il tempo ha partecipato attivamente ai funerali di Claudio Castiglioni, appassionato patron di Cagiva e MV Agusta.
E' toccato a me seguirlo per Varesenews (con, a posteriori, una puntata a Repubblica...) con un po' di apprensione perchè sono totalmente all'oscuro del mondo motociclistico e difficilmente avrei riconosciuto sportivi, magari a livello mondiale, tutta sola.
Ma ben presto ho capito che non era quello il problema.
In quel funerale non contavano tanto i vip, quanto le persone. I dipendenti, la famiglia, gli appassionati di motocicletta: loro hanno raccontato la vita tormentata e appassionata di un uomo che sognava di fare le motociclette più belle del mondo, e per farlo ha rischiato grosso ma ha saputo coinvolgere chi lavorava con lui. Un funerale che ha un certo punto è diventato rumoroso fino alle lacrime: il rombo delle due ali di moto che ha accolto l'arrivo della bara, poi da loro scortata nel suo ultimo viaggio (come si usa dire) è stato tanto assordante quanto commovente. Come tremendamente commoventi sono state le parole della nuora, la moglie di chi ora ha il peso di portare avanti un sogno, Giovanni. Parole malinconiche ma anche scherzose, che parevano dette a una persona ancora lì. Perchè tutti pensano che il sogno che lui incarnava non morirà mai, e con questo un po' anche lui.
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