Ripenso alle ormai tante elezioni presidenziali a cui ho assistito (e sono più vive quelle di bambina, i pomeriggi davanti a quell'unico canale, ad ascoltare un noiosissimo ma indimenticabile "Leone, Leone, Leone...") ed è rarissimo che quei nomi eletti a me bambina, ragazza, cittadina, elettrice, dicessero qualcosa.
Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro, persino Napolitano, nella migliore delle ipotesi erano nomi di parlamentari. Spesso, finchè non mi sono interessata di politica, non erano nemmeno quello. Solo alla fine del settenato, quei nomi prendevano corpo, si cristallizzavano in immagini, o ci facevano sentire più italiani.
Se i politici eletti fossero inutili in qualunque altro momento, durante l'elezione del presidente della Repubblica mostrano una capacità di selezione molto più sofisticata di quanto possano farlo quelli che li hanno votati. Nei lunghi corridoi del Transatlantico almeno la capacità di difendere la Costituzione, di interpretarla lealmente, probabilmente si riconosce meglio che dalla tivù, o dai nostri divani di casa.
Così, preferisco che nessuno mi chieda di votare il Presidente della Repubblica: e la biografia di Sergio Mattarella, che mai mi sarebbe venuto in mente, che mi sembrava debolissimo, che fino a ieri per me era un parlamentare siciliano con un fratello morto tragicamente e che solo ora comincio a scoprire robusto conoscitore della Costituzione, me lo conferma.
La biografia di Sergio Mattarella, dal Post
La biografia di Sergio Mattarella, dal Post
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