sabato 19 marzo 2011

Chi si ricorda del 1991?

Io me la ricordo bene, quella serata del 1991 in  cui stavamo tutti attaccati alla televisione ad assistere allo scoppio della prima guerra in diretta tivù. Stavo sul divano di casa mia a Milano, appiccicata allo schermo televisivo con mia madre, in un misto di fascino per l'assoluta novità e di inquietudine per la visione in diretta di una tragedia.
L'autore di questa assoluta novità mediatica in Italia era Emilio Fede, grazie anche a un'inviata - la "cazzutissima" Silvia Kramar, che vinse poi un premio giornalistico per i suoi reportage - che diventò una specie di star, malgrado (o forse grazie a) la sua erre tremendamente arrotata. Sembrava un gioco: si assisteva al bombardamento contro il cattivone, tanto poi in una settimanetta sarebbe stato tutto sistemato. Fede già pregustava la vittoria su tutti gli altri media, allora più rigidi e parrucconi su questi argomenti,  che in quella settimana lì l'avrebbe reso leader di un tg prima sfigato.
Sappiamo tutti, poi, come è andata veramente. Come va ancora ora.
Per questo la diretta web e televisiva dello show militare sulla Libia, con tutta l'antipatia che ho per Gheddafi (Anche da molto prima dei bungabunga in tenda) non mi piace e mi inquieta.

Non abbiamo imparato niente, nemmeno noi che stiamo davanti agli schermi come una volta stavamo davanti alla tivù. Vediamo un reality, ci indigniamo come se fossimo davanti a uno dei tradimenti del GF, mettiamo un messaggio di stato su FB ed è finita lì. Intanto un paese si ribalta, tutta un'area dagli equilibri tenuti su con lo sputo si sconvolge e noi ci prepariamo il nostro pessimo futuro.
No, non mi piace, e se permettete spengo tutto. O meglio, vado a ripassare un po' di storia del Mediterraneo, perchè temo che - rintronati dal fascino oscuro delle riprese delle bombe - mi sono e ci siamo persi qualcosa di quel che succede, da trent'anni,  in quella zona così vicina a noi e che continuiamo a rifiutarci di capire.

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