lunedì 29 agosto 2011

A proposito dei commenti sotto gli articoli...

Siete d'accordo?
"I bassi istinti che oggi i giornalisti vedono moltiplicarsi nelle reazioni dei loro lettori sono molto spesso il risultato di ciò che i loro stessi articoli hanno più o meno direttamente cercato per ottenere un successo commerciale immediato".
(Sergio Maistrello, giornalismo e nuovi media)

giovedì 25 agosto 2011

Do your best and link to the rest

"Do your best and link to the rest" "Fai quello che sai fare meglio e rimanda (fai un link al) resto": mi rimarrà ben impressa, questa frase, che ho preso dal primo libro che parla finalmente di me e di tutti i miei colleghi che lavorano nell'online.
Sto infatti leggendo (in formato ebook su un telefonino Samsung Galaxy, cioè con il "tascabile del terzo millennio") il libro di Sergio Maistrello "Giornalismo e nuovi media": e, finalmente, per la prima volta leggo storie che riguardano davvero il mio lavoro e il supporto che sto usando per lavorare nell 'informazione: internet e i social media.

Troppo spesso, fino ad ora, mi era capitato di leggere libri ed ascoltare interventi che mi spiegavano modalità e luoghi che bazzicavo da più tempo io che il relatore. Gente che ti diceva qual era la ricetta per Internet senza mai averci avuto a che fare, e che di solito noi, che stavamo a badilare informazioni dal www, avevamo già sperimentato che non funzionava. Un lavoro alla cieca, che troppi "sapientoni" in giro non conoscevano affatto. Pochi i nomi - di gente nota in rete, peraltro, e divenuta famosa "offline" solo in seguito: come ad esempio Giuseppe Granieri (responsabile morale di questo blog, che mi vede presente con nome e cognome: prima, ero una di quelle blogger nascoste dietro un improbabile nick) o Luca Conti. Per il resto, tra noi giornalisti on line - eravamo pochi, pochissimi, quelli nati con la "mentalità on line", vergini dalle dinamiche delle redazioni di carta  - e i giornalisti "veri" c'era una sorta di barriera: da una parte gli informatori smanettoni come me, dall'altra la stampa la faceva o pensava "sul serio" ma sempre meno efficacemente.
Ora invece, mi sono finalmente trovata davanti a pagine su cui riflettere davvero, che mi riguardano, non una ricetta preparata con ingredienti sconosciuti a chi li scrive: pagine come quelle da cui ho tratto la frase nel titolo, che voglio eleggere a faro e sfida dei prossimi giorni. E non è un caso forse che questo stia succedendo mentre leggo un libro su in telefonino, tra un rosso al semaforo e una pausa pranzo inaspettata, con la nuova tecnologia come unica compagna.

sabato 20 agosto 2011

Ho dovuto correggere il pezzo sul funerale di Castiglioni, e tutto è diventato ancora più speciale...

Ho dovuto correggere il pezzo di Varesenews sul funerale di Castiglioni, e tutto è diventato ancora più speciale... Ho ricevuto infatti, in piena notte, una email che chiedeva una correzione sulle letture fatte da tre nipoti, che io - affidandomi esclusivamente alla logica - ho erroneamente attribuito a Gianfranco Castiglioni, il fratello di Claudio.
A parlare era uno dei tre ragazzi, che diceva di essere un "nipote acquisito": così gli ho inviato una mail per chiedergli con precisione qual era il grado di parentela, così da non lasciare in internet un errore antipatico. E la risposta è stata: "I miei genitori erano grandissimi amici di Claudio e Enrica, noi praticamente siamo vissuti con loro .. andavamo al mare , in montagna assieme e i fine settimana ci trovavamo a casa loro. Avevamo un legame molto forte e anche se non eravamo parenti di sangue a Claudio faceva molto piavere essere chiamato da noi zio".

Così ho scoperto che quella di Claudio Castiglioni era una "famiglia allargata"  di altri tempi: di quelle in cui amici e vicini diventavano così intimi e rappresentavano un legame così vero e forte da far diventare zii gli adulti per i bambini che stavano nel gruppo. Sono saltata indietro di 40 anni: anch'io avevo gli "zii" che altro non erano che l'amica del cuore, e vicina di casa, di mia mamma e suo marito, Ora non ne ricordo più di esempi così. Fino all'arrivo di questa mail...

Il commovente funerale di Claudio Castiglioni, signore delle moto

Tanto caldo prima, una pioggerella che sembravan lacrime dopo: persino il tempo ha partecipato attivamente ai funerali di Claudio Castiglioni, appassionato patron di Cagiva e MV Agusta.
E' toccato a me seguirlo per Varesenews (con, a posteriori, una puntata a Repubblica...) con un po' di apprensione perchè sono totalmente all'oscuro del mondo motociclistico e difficilmente avrei riconosciuto sportivi, magari a livello mondiale, tutta sola.
Ma ben presto ho capito che non era quello il problema.
In quel funerale non contavano tanto i vip, quanto le persone. I dipendenti, la famiglia, gli appassionati di motocicletta: loro hanno raccontato la vita tormentata e appassionata di un uomo che sognava di fare le motociclette più belle del mondo, e per farlo ha rischiato grosso ma ha saputo coinvolgere chi lavorava con lui. Un funerale che ha un certo punto è diventato rumoroso fino alle lacrime: il rombo delle due ali di moto che ha accolto l'arrivo della bara, poi da loro scortata nel suo ultimo viaggio (come si usa dire) è stato tanto assordante quanto commovente. Come tremendamente commoventi sono state le parole della nuora, la moglie di chi ora ha il peso di portare avanti un sogno, Giovanni. Parole malinconiche ma anche scherzose, che parevano dette a una persona ancora lì. Perchè tutti pensano che il sogno che lui incarnava non morirà mai, e con questo un po' anche lui.

mercoledì 17 agosto 2011

Castiglioni, la sua morte e la vera storia della Brutale

Claudio Castiglioni, morto oggi all'età di 64 anni, e la sua Cagiva furono forse i primi argomenti importanti di cui mi occupai arrivata a Varesenews, come responsabile dell'economia. E fu la prima strabiliante storia in cui mi imbattei.
Si era ancora agli albori di Internet per tutti,  Facebook era di là da venire, i blog cominciavano in quei mesi a diffondersi in Italia. E io continuavo a ricevere mail in tutte le lingue che mi chiedevano quando la produzione di Cagiva sarebbe ripartita... Cagiva era in crisi profonda, allora (era il 2003) e anche dopo ha continuato a vivere tra cessioni bizzarre (pasti pensare ai malesi della Proton, che pagarono uno sproposito poi per rivenderla), riprese da parte dei Castiglioni, giri con finanziarie genovesi e la presenza di Harley Davidson, durata solo un anno.
E non riuscivo proprio a capire perchè dalla Germania, dall'Australia, dagli StatiUniti mi arrivassero mail sempre con la stessa domanda.
Finchè un signore si decise a chiedermelo per telefono e io gli risposi: "Se lei mi dice per quale motivo, giuro che mi impegno con proprietà e sindacati per risponderle". E così lo seppi: lui, come probabilmente tutti quelli che mi scrivevano, aveva prenotato una Brutale, moto inesistente sul mercato ma presentata già in alcune fiere internazionali del settore. Non chiamavano imbufaliti, ma ansiosi. Non avevano nessuna intenzione di rivalersi sull'azienda, volevano solo sapere se alla fine sarebbero riusciti ad ottenere il loro sogno. Così capii che le moto non sono (solo) una questione meccanica, di organizzazione aziendale o altro: sono un sogno fatto pistone, e Claudio Castiglioni lo incarnava tutto, a tutti i costi, portando il made in Varese nel Mondo.
Che riposi, ora, in pace.




martedì 16 agosto 2011

La galleria di Pisapia

E dopo il video, ecco la galleria...

Idroteste

E con questa, le gallerie fashion sull'Idroparty di Radio Popolare sono finite...
Non vi siete persi, vero, nè "Idrofashion" nè "Idroscarpe"?

(mi resta solo la galleria pisapia...ma quella si fa in un attimo...)


Il mago delle bolle

idroscarpe

Pisapia Canaglia

Eccolo qui, la piccola star del'Idroparty: accolto con sberleffi ed affetto, il neosindaco di Milano Giuliano Pisapia. Al suono di "Pisapia, Pisapia canaglia..."
Nella foto, 
Non si aspettava tutta quell'accoglienza, e ha ricordato come "l'anno scorso quando sono venuto col banchetto, più che altro è stata apprezzata la sangria..."
Alla fine, ha pure ballato con una ascoltatrice, per "Pagare pegno": con lui però si è cimentato nel lento anche il direttore di Radio Popolare Danilo De Biasio, con una assessora della sua Giunta. Vedere per credere...

Idrofashion

All'Idroparty c'è pure l'elemento moda: vestiti, scarpe e perfino teste restano impresse o sono da copiare. Vedere per credere: questa è la parte "vestiti" dove dominano i fiori per le donne, le righe per gli uomini, i colori per tutti...

Il mio primo Idroparty

E' da vent'anni che sono corrispondente da Varese a Radio Popolare, ma è la prima volta che partecipo a uno dei loro party di Ferragosto. Li ho sentiti, per radio, tutti: dal Cortil party allo Stradella party, all'Ollearo party e ora all'Idroparty.
Ora l'ho fatto, ed è stato favoloso!
Dalla musica di Vito War che è meravigliosa alla mia scodella di plastica recuperata come se si fosse a una festa tra amici, dall'atmosfera dell'Idroscalo al tramonto alla pizza del Magnolia buona, dai prezzi democratici e servita in piatti di carta riciclabile.
Dalle straordinarie facce, teste e mises (per cui  ho già preparato gallerie a parte...) al Mirto "In culo" fatto a mano alla faccia dell'industrializzazione. Dalla maglietta di "Sana e robusta Costituzione" (che non sono riuscita a comprare prima di andare via!) al ballo di Pisapia.

sabato 13 agosto 2011

La palestra più bella d'Italia è all'aperto e ha una pista di riscaldamento di 28 chilometri

Non  c'è niente da fare: il mio entusiasmo è alle stelle, dopo la scoperta prima della ciclabile (grazie alla bicicletta piegevole regalata al compleanno, ché sennò alla pista ciclabile di Varese non sarei arrivata mai) e la palestra all'aperto che il comune di Buguggiate e il supermercato locale Tigros hanno messo ai bordi qualche settimana fa.
La prima, più correttamente detta "ciclopedonale del lago di Varese" è fatta di 28 chilometri di pista in mezzo al verde e intorno al lago di Varese: da farsi partendo da un qualunque punto del lago, magari un pezzo per volta, portandosi solo una borraccia, che tanto di fontanelle ce n'è...
La seconda invece è una piccola palestra attrezzata all'aperto, con macchine tanto semplici quanto ingegnose: basta dire che la macchina per i bicipiti e quella per la gambe sono del tutto simili a quelle delle palestre "vere" ma che sfruttano, come pesi, semplicemente quello del corpo di chi spinge.. Facili da usare, difficili da sbagliare, efficentissime per i muscoli laterali, che di solito si usano poco... tutto gratis (il massimo che ti può capitare è fare la spesa al supermercato vicino, ma per me è quasi un vantaggio in più...)  E l'allenamento aerobico - che si può scegliere tra camminata, corsa e bicicletta: dipende da quello che ti porti dietro! - è fatto in un contesto spettacolare, con l'aerazione migliore del mondo: le fresche frasche.
Io la adoro.

martedì 9 agosto 2011

Progressi nel nuovo mondo android

Ho da una sola notte un galaxy S (da dove ora scrivo) e già ci sto perdendo la testa in puttanate.
Scarico app, faccio foto, scrivo come ora posts in mobilità.
Arrivando dall'Huawei, con questo apparecchio sembra di volare, e con la connessione tre internet sembra più praticabile.
Morale: dopo i primi esperimenti scopro che Android è un bel sistema operativo se il telefonino che lo usa è buono e il collegamento umano.
Per cambiare davvero abitudini non basta un solo fattore...


sabato 6 agosto 2011

Leggo di Formigoni e Pisapia nominati per l'Expo...

Leggo di Formigoni e Pisapia nominati per l'Expo su Repubblica e mi convinco: questi due qui riportano tutto in carreggiata, sicuro. Hanno abbastanza ambizioni personali e capacità di dialogare (per poi fare quello che hanno deciso loro) per non mandare in porto una scommessa così ambiziosa.
E, francamente, a me non spiace per niente.
Di più: se Pisapia trova, con la scusa dell'Expo, il canale per parlare con Formigoni e a trovare i punti su cui lavorare insieme, la Lombardia potrebbe pure sganciarsi dall'orripilante andazzo nazionale e incominciare a fare qualcosa davvero di visibile, passando sopra a quelle politiche da tifoseria che hanno dato solo risultati masochisti. Please, gente, fate qualcosa: ce la potete fare. Io ci conto.

mercoledì 3 agosto 2011

Io questo mondo non lo capisco più

Quella della chiusura del Parlamento causa gita in Terra Santa è la goccia che fa traboccare il vaso della mia pazienza per le giustificazioni idiote.
Ero già rimasta abbastanza sbalordita dal fatto che l'avvocato di Nicole Minetti, bello fresco come una rosa, considerasse una giustificazione accettabile da un giudice che le si fosse "regalato un posto in consiglio regionale" così come si regala una macchina (e l'ha spiegato proprio così!!!). Ma in quel momento, pur rimanendone scioccata, l'ho considerato solo un - pericoloso - caso isolato di spregiudicatezza forense.

Non avevo però fatto ancora in tempo a riprendermi da quella notizia, che mi sono ritrovata sui giornali la difesa dell'avvocato del collaboratore del ministro dell'Economia (e sottolineo ministro dell'Economia, cioè ministro delle ex finanze e degli ex tributi) sostenere che il rapporto tra Marco Milanese e Giulio Tremonti è regolare, perchè "il ministro pagava 4mila euro d'affitto in contanti".
Da cui, come minimo, deduciamo che il proprietario di casa, cioè il collaboratore del ministro dell'Economia, non metteva i proventi dell'affitto nel suo Unico, e il ministro dell'economia trovava normale pagare un fitto che va dichiarato,  in contanti e senza ricevuta: alla faccia della cedolare secca inventata per far emergere dal nero i proventi degli affitti...  Ora, non ancora riavuta da queste notizie, devo sentirmi dire che il Parlamento chiude per gita in Terra Santa.

Ma com'è possibile che credano che certe cose passino nell'opinione pubblica come se fossero normali? O forse hanno ragione loro: queste cose sono diventate normali, e il confine tra il lecito e l'illecito è andato in fumo del tutto?
Io, questo mondo, non lo capisco più...

Non ci posso credere

(clicca per leggere tutto.... sigh...)